Confronto tra visite virtuali e approccio clinico tradizionale nella gestione delle vene varicose


La malattia venosa cronica degli arti inferiori è estremamente diffusa negli Stati Uniti: si stima che il 23% degli adulti presenti vene varicose e che il 6% manifesti insufficienza venosa cronica a stadi più avanzati.

Per migliorare la soddisfazione del paziente e ridurre l'onere economico sul sistema sanitario, la telemedicina può essere utilizzata nella diagnosi e nell'erogazione di cure a distanza.
Sono stati pubblicati pochi studi sugli outcome clinici della telemedicina per la gestione delle malattie vascolari. Sulla base di precedenti rilevazioni degli autori di questo studio, è possibile ipotizzare che i pazienti con vene varicose possano essere gestiti in modo efficace sia tramite la telemedicina sia tramite l’approccio clinico tradizionale.

Pertanto, l’obiettivo di questo studio del 2018 di Judith Lin e colleghi era di confrontare gli outcome clinici di pazienti con vene varicose gestiti in ambito di telemedicina o mediante un approccio clinico tradizionale.

Da gennaio 2015 ad agosto 2017, è stata eseguita un’analisi retrospettiva di tutte le procedure sulle vene presenti nel registro istituzionale Vascular Quality Initiative Varicose Vein Registry (VQI VVR). I pazienti sono stati divisi in due gruppi: telemedicina e clinica tradizionale. I dati di confronto includevano i dati demografici dei pazienti, la storia medica, gli outcome clinici, gli outcome riportati dai pazienti e le complicanze post-operatorie.

È stato eseguito un totale di 1034 procedure su vene varicose durante il periodo di studio di 31 mesi. Ci sono stati 75 incontri virtuali nella Clinica di Telemedicina (Gruppo A) e 959 incontri faccia a faccia nella Clinica Tradizionale (Gruppo B). La maggior parte delle caratteristiche demografiche erano simili, da un punto di vista clinico, fra i due gruppi di pazienti. Confrontando il Gruppo A e il Gruppo B, non sono state osservate differenze di età, sesso, etnia e indice di massa corporea. Il follow-up iniziale a 3 mesi è stato del 100% nel gruppo A e del 90,7% nel gruppo B. Entrambi i gruppi hanno manifestato ridotti tassi di complicanze in termini di ematoma (1,3% vs 0,3%, p = 0,884), parestesia (1,3% vs 0,6%, p = 0,767) e ricanalizzazione (1,3% vs 4,0%, p = 0,383) durante il primo periodo di follow-up.

In conclusione, il risultato principale di questo studio dimostra che il follow-up mediante videoconferenza (telemedicina) offre cure di follow-up accettabili e risultati clinici non inferiori al follow-up convenzionale mediante visite di persona per la gestione delle malattie cardiovascolari. Su queste basi, il presente studio mostra che, in alcune circostanze, un modello di assistenza virtuale può sostituire l’approccio tradizionale.

Bibliografia
Lin JC et al. J Telemed Telecare. Jan-Feb 2020;26(1-2):100-104.