Insufficienza venosa cronica, malattie cardiovascolari e mortalità: uno studio di popolazione


Ad oggi, evidenze scientifiche riguardanti il carico sanitario associato all'insufficienza venosa cronica (IVC), i suoi determinanti clinici e l'impatto sugli outcome sono scarse.

Nel Gutenberg Health Study, una classificazione fenotipica sistematica dell'IVC secondo la CEAP (Clinical-Etiologic-Anatomic-Pathophysiologic) è stata eseguita in 12.423 partecipanti (fascia di età: 40–80 anni), da aprile 2012 ad aprile 2017. La prevalenza è stata calcolata in base all'età e per sesso. Sono stati calcolati modelli di regressione multivariata di Poisson per valutare la relazione tra IVC e comorbidità cardiovascolari. Sono state effettuate analisi di sopravvivenza per valutare il rischio di morte associato a IVC. Questi risultati sono stati replicati attraverso uno studio di coorte indipendente (MyoVasc, NCT04064450).

La prevalenza di teleangectasie/vene reticolari, vene varicose e IVC era rispettivamente del 36,5%, del 13,3% e del 40,8%.
Età, sesso femminile, ipertensione arteriosa, obesità, fumo e malattie cardiovascolari clinicamente conclamate sono stati identificati come determinanti clinici della IVC.
Classi CEAP più elevate si associavano a un più elevato rischio stimato a 10 anni di malattia cardiovascolare incidente, in individui privi di malattia cardiovascolare (n=9.923). Durante un follow-up medio di 6,4±1,6 anni, l'IVC ha rappresentato un forte predittore di decesso per tutte le cause, indipendentemente dal profilo clinico e dalla terapia farmacologica concomitante. L'associazione di IVC con un aumento del rischio di morte per tutte le cause è stata convalidata esternamente nella coorte MyoVasc.

In conclusione, l'insufficienza venosa cronica è assai prevalente nella popolazione ed è associata alla presenza di fattori di rischio e malattie cardiovascolari. Gli individui con IVC presentano un elevato rischio di decesso, che è indipendente dall'età e dal sesso, e presentano fattori di rischio cardiovascolare e comorbidità.

Bibliografia
Prochaska JH et al. Eur Heart J. 2021 Oct 21;42(40):4157-4165.