La terapia fisica nella gestione della sindrome post-trombotica


La sindrome post-trombotica (PTS) è una conseguenza cronica della trombosi venosa profonda (TVP), caratterizzata da sintomi di insufficienza venosa cronica tra cui dolore alle gambe, gonfiore, pesantezza e, in casi gravi, ulcerazione venosa. L'incidenza annuale di TVP nel Regno Unito è di 1-2 persone su 1000 e si stima che il 52,6% dei pazienti sviluppi PTS a distanza di pochi mesi o alcuni anni dalla manifestazione di TVP. Si stima che il 5-10% dei pazienti sviluppi PTS in forma grave con ulcerazione venosa.

I pazienti affetti da sindrome post-trombotica soffrono di sintomi debilitanti che riducono notevolmente la loro qualità di vita e possono portare a gravi complicazioni (come l'ulcerazione venosa, nel 29% dei pazienti). Le linee guida di pratica clinica sulla gestione della PTS restano largamente inconsistenti fra loro e non considerano un'ampia gamma di opzioni terapeutiche.

La terapia fisica ha dimostrato di essere un trattamento efficace per la claudicatio intermittens e ha il potenziale di migliorare i sintomi della PTS. I potenziali meccanismi includono la riduzione del gonfiore, il miglioramento della forza muscolare del polpaccio e l'aumento della flessibilità della caviglia e del ginocchio. Inoltre, la terapia fisica supervisionata nei pazienti con PTS in ambito acuto ha mostrato che l'esercizio non peggiora i sintomi e può ricoprire un ruolo nella riduzione della rigidità del polpaccio.

Inoltre, uno studio randomizzato controllato del 2011 ha valutato un programma di terapia fisica della durata di 6 mesi per trattare la PTS. Il miglioramento della gravità dei sintomi e della qualità della vita osservato nel gruppo di pazienti sottoposti al programma è stato attribuito all'aumento della forza e della flessibilità delle gambe, combinato a possibili meccanismi psicobiologici.

Sebbene i dati a supporto della terapia fisica nella PTS rimangano scarsi, questo genere di intervento sembra essere sicuro. In futuro, la definizione di programmi di esercizio supervisionati potrà offrire il supporto e la motivazione di cui i pazienti hanno bisogno, mentre i programmi domiciliari non supervisionati potranno consentire ai pazienti di esercitarsi in diversi momenti della giornata, quando è loro più conveniente.

Bibliografia
Jasionowska S et al. Phlebology. 2022 Sep 26;2683555221129738.