Malattia emorroidaria: dalle caratteristiche fisiopatologiche alla gestione clinica


La malattia emorroidaria è una condizione caratterizzata dall’infiammazione e anormale dilatazione delle strutture vascolari della regione ano-rettale, accompagnate da alterazioni degenerative del tessuto connettivo di supporto dei cuscinetti anali.

La malattia colpisce milioni di persone in tutto il mondo, ed è considerata un problema di carattere medico e socioeconomico. Uno studio condotto nel 1990 ha rivelato che 10 milioni di americani soffrono di malattia emorroidaria, pari ad una prevalenza del 4,4%. Nel Regno Unito, la condizione colpirebbe una fascia della popolazione ancora più ampia, compresa fra il 13% e il 36%.

Fisiopatologia
L'esatta fisiopatologia della malattia emorroidaria è poco conosciuta. Per anni si è postulato che fosse causata dalla presenza di vene varicose nel canale anale. Tuttavia, si è dimostrato che emorroidi e varici anorettali sono entità distinte. Infatti, i pazienti con ipertensione portale e varici non presentano una maggiore incidenza di malattia emorroidaria. Oggi, si ritiene che la malattia emorroidaria si sviluppi quando i tessuti di supporto dei cuscinetti anali si disintegrano o si deteriorano. In condizioni patologiche, si osserva dunque un anormale abbassamento dei cuscinetti anali che determina la dilatazione venosa.

Fattori di rischio
Ad oggi, i fattori di rischio per lo sviluppo della malattia emorroidaria restano incerti. Comunemente, si ritiene che la stipsi e uno sforzo prolungato possano esserne la causa: feci dure e un aumento della pressione intraddominale potrebbero causare un’ostruzione del ritorno venoso, determinando un congestionamento del plesso emorroidario. Ciò può essere accompagnato da sanguinamento e prolasso, specialmente in pazienti con una storia clinica di malattia emorroidaria. Donne in gravidanza possono fare esperienza di malattia emorroidaria, che normalmente si risolve subito dopo il parto. Infine, la dieta alimentare è stata associata allo sviluppo della patologia. Sebbene i dati riportati siano ancora inconsistenti, alcuni fattori, fra i quali una dieta povera di fibre, cibi piccanti e assunzione di alcol potrebbero ricoprire un ruolo negativo nell’emergenza della malattia.

Gestione della malattia emorroidaria
  • Dieta e stile di vita: studi clinici hanno mostrato che un supplemento di fibre può ridurre il rischio di sintomi persistenti e sanguinamento di circa il 50% in caso di malattia emorroidaria. Altri suggerimenti includono un aumento nell’assunzione di liquidi, la riduzione del consumo di cibi grassi, lo svolgimento regolare di attività fisica, evitare di mantenere a lungo posizioni che aumentino la pressione a livello anale, ed evitare l’assunzione di farmaci che portino a costipazione o diarrea.
  • I flavonoidi orali, fra i quali la diosmina, sono usati come trattamento della malattia emorroidaria, specialmente in Europa e in Asia. Secondo una meta-analisi che ha incluso 14 studi clinici randomizzati e 1514 pazienti, il trattamento con flavonoidi ridurrebbe il rischio di sanguinamento, di dolore persistente e di prurito, rispettivamente del 67%, 65% e 35% e ridurrebbe il tasso di ricorrenza del 47%.
  • Altri farmaci, come il dobesilato per via orale o trattamenti topici.
  • Scleroterapia, ligazione, ablazione o crioterapia, e interventi chirurgici.
In definitiva, il trattamento terapeutico della malattia emorroidaria passa da variazioni della dieta e dello stile di vita a interventi chirurgici più drastici, a seconda del grado e della gravità dei sintomi. Sono ancora necessari miglioramenti nella comprensione della fisiopatologia delle emorroidi per stimolare lo sviluppo di metodi nuovi e innovativi per il loro trattamento.

Bibliografia
Lohsiriwat V et al. World J Gastroenterol. 2012 May 7; 18(17): 2009–2017.