Il ruolo dell’eparina nel trattamento dei disturbi vascolari periferici


L’eparina è una sostanza naturale, fisiologicamente presente nell’organismo, ad azione anticoagulante. A causa della sua complessa struttura, non può essere somministrata per via orale, ma solo per via iniettiva, oppure topica.

L’eparina appartiene a una famiglia di farmaci, che include anche le eparine a basso peso molecolare e gli eparinoidi, che sono tutti in grado di inattivare, in varia misura, la cascata di molecole coinvolte nel processo di coagulazione del sangue. Essi sono ampiamente utilizzati in terapia per prevenire la formazione di coaguli (detti trombi) che aderiscono alla parete dei vasi sanguigni e per prevenire il distacco e il trasporto nel torrente circolatorio di frammenti (emboli) di trombi già formati, per esempio in soggetti costretti a lunga immobilizzazione, dopo fratture o interventi chirurgici.1 In questi casi, infatti, un rallentamento del flusso sanguigno può causare una infiammazione (flebite) a livello delle vene (specialmente delle gambe o del bacino) che rende più probabile la formazione di trombi (tromboflebite). Secondo recenti dati epidemiologici raccolti in due città svedesi, i nuovi casi di TEV sarebbero compresi tra 1,6 e 1,8 per 1000 abitanti all'anno.1
La tromboflebite si verifica abbastanza frequentemente anche a livello superficiale, con lo sviluppo di un trombo in una vena situata al di sotto della cute.

I trombi possono occludere i vasi e successivamente dare origine alla temibile complicanza costituita dal tromboembolismo venoso (TEV). Gli emboli, infatti, possono causare danni permanenti o mortali a carico di organi come il polmone (embolia polmonare) o il cervello (TIA e ictus cerebrale).
Risulta quindi chiaro come il trattamento efficace dei disordini vascolari periferici, quali le infiammazioni venose superficiali, sia importante non solo per la risoluzione dei sintomi locali, ma anche per prevenire lo sviluppo di condizioni sistemiche, come la trombosi venosa profonda. Le eparine topiche sono ampiamente utilizzate in Europa per la prevenzione e il trattamento dei sintomi locali associati ai disturbi vascolari periferici.2,3 Questi disturbi, di comune riscontro, sono rappresentati dalle vene varicose oppure dall’insufficienza venosa.
Un potenziale argine all’insorgere di questo genere di patologie è rappresentato dall’eparina somministrata per via topica. Contenuta in creme o gel, l’eparina è in grado di penetrare attraverso la pelle e raggiungere la microcircolazione sottostante al sito di applicazione. Questa formulazione garantisce l’esposizione locale a una dose clinicamente rilevante della molecola.2

La somministrazione topica di diverse formulazioni di eparina è in grado alleviare segni e sintomi delle patologie citate, oltre a favorire la risoluzione del dolore, degli edemi o della pesantezza degli arti.1 Inoltre, l’uso per via cutanea può ridurre la formazione di ematomi e di essudati dovuti a traumi e contusioni.
L’eparina topica rappresenta inoltre il superamento di uno svantaggio tipicamente legato alle somministrazioni parenterali: un’esposizione sistemica all’eparina può infatti causare sanguinamenti profondi, ed è pertanto difficile impiegarla nel trattamento cronico di alcune patologie.2,3
In definitiva, l’eparina può rappresentare un trattamento potenzialmente utile per tenere sotto controllo i disordini vascolari e migliorare l’attività del microcircolo.1

Bibliografia
1) Prandoni P Acquired Risk Factors for Venous Thromboembolism in Medical Patients Hematology Am Soc Hematol Educ Program (2005) 2005 (1): 458–461.
2) Vecchio C, Frisinghelli A. Clin Drug Investig. 2008;28(10):603-14. doi: 10.2165/00044011-200828100-00001.
3) Kesieme E et al. J Blood Med. 2011; 2:59-69. doi: 10.2147/JBM.S19009. Epub 2011 Apr 29.